Peste suina: sono aperti i termini del bando da 5 milioni di euro per investimenti nella prevenzione
E’ possibile presentare la domanda di aiuto per il bando del CSR Veneto 2023-2027 che sostiene investimenti strutturali e dotazionali negli allevamenti suinicoli per la prevenzione di epizoozie dovute al virus della peste suina africana.
La Giunta regionale, con deliberazione n. 427 del 16 aprile 2024, ha approvato il bando per l’intervento SRD 06 Azione 1 – Investimenti per la prevenzione da danni derivanti da calamità naturali, eventi climatici avversi e di tipo biotico, stanziando risorse pari a 5 milioni di euro.
Possono presentare domanda di aiuto gli imprenditori agricoli singoli o associati e le cooperative agricole di produzione che svolgono attività di coltivazione del terreno e/o allevamento di animali.
Tra le operazioni ammesse dal bando sono comprese la realizzazione o la ristrutturazione di punti di cambio abiti e calzature, di lavaggio e disinfezione di mani e calzature all’ingresso e all’uscita di capannoni, l’acquisto di attrezzature per la pulizia e disinfezione di locali, edifici e attrezzature zootecniche, l’installazione di protezioni antinsetto e antizecche, recinzioni di delimitazione dei locali in cui sono allevati i suini e degli edifici per il ricovero di mangime e lettiere, la realizzazione o ristrutturazione di zone filtro, di percorsi differenziati e locali separati per la quarantena dei capi di nuova introduzione e opere di delimitazione della zona di stoccaggio dei liquami.
I termini per la presentazione delle domande di aiuto scadono il 18 luglio 2024.
Prorogati al 1° luglio i termini delle domande di aiuto e di conferma di impegni pluriennali per l’attuale e precedenti programmazioni
Approvata la proroga dei termini per la presentazione delle domande di aiuto e delle domande di conferma per alcuni bandi del CSR 2023-2027, del PSR 2014-2022 e delle precedenti programmazioni dello sviluppo rurale per il Veneto.
Con il decreto n. 45 del 6 maggio 2024 del Direttore della Direzione AdG FEASR, Bonifica e Irrigazione sono stati prorogati al 1° luglio 2024 i termini di presentazione delle domande di conferma e di aiuto/pagamento per gli interventi a superficie e a capo dello sviluppo rurale.
Il decreto è stato adottato, ai sensi di quanto previsto dal Regolamento di esecuzione (UE) 2021/540 della Commissione del 26 marzo 2021, sulla base dello schema di Decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) che il 2 maggio scorso ha acquisito l’intesa della Conferenza Stato Regioni.
In particolare, sono stati prorogati i termini di presentazione delle domande di conferma per impegni pluriennali assunti nell’ambito della programmazione 2023-2027, approvati con la DGR n. 117 del 12 febbraio 2024, nonché i termini relativi alle domande di conferma per Impegni assunti nell’ambito della programmazione 2014-2022 e precedenti, approvati con le DGR n. 116, n. 118 e n. 119 del 12 febbraio 2024.
Con il medesimo decreto è stata inoltre disposta la proroga, sempre al 1° luglio, dei termini del bando relativo all’intervento SRA 29.1 del CSR Veneto 2023-2027, approvato con DGR n. 235 del 13 marzo 2024, che sostiene l’impegno alla conversione a pratiche e metodi di produzione di agricoltura biologica e del bando del tipo di intervento 13.1.1 – Indennità compensativa in zona montana del PSR Veneto 2014-2022, approvato con DGR n. 234 del 13 marzo 2024.
Per le domande presentate oltre il termine del 1° luglio 2024 si applicano le modalità e le riduzioni disposte direttamente dal Decreto del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste approvato il 9 maggio 2024.
Approvati nuovi criteri di selezione per gli interventi del CSR Veneto
Il Comitato di Monitoraggio del CSR Veneto 2023-2027 ha dato parere positivo ai criteri di selezione per una nuova serie di interventi. In occasione della seduta dello scorso 8 maggio, tenutasi in modalità videoconferenza, l’organo di monitoraggio regionale del Complemento per lo Sviluppo Rurale del Veneto ha esaminato procedure e metodologie con cui sono stati elaborati i criteri di selezione dei seguenti interventi:
- SRH01 – Erogazione servizi di consulenza
- SRH03 – Formazione degli imprenditori agricoli, degli addetti alle imprese operanti nei settori agricoltura, zootecnia, industrie alimentari, e degli altri soggetti privati e pubblici funzionali allo sviluppo delle aree rurali
- SRH04 – Azioni di informazione
- SRH05 – Azioni dimostrative per il settore agricolo, forestale ed i territori rurali
- SRD11 – Investimenti non produttivi forestali: Azione 1: Tutela dell’ambiente, adattamento al cambiamento climatico e conservazione del paesaggio; Azione 3: Elaborazione di Piani di gestione forestale e strumenti equivalenti
- SRA20 – Impegni specifici uso sostenibile dei nutrienti: Azione 1: uso sostenibile dei nutrienti
Il Comitato si è confrontato, in particolare, sui criteri di assegnazione di alcuni criteri di priorità relativi agli interventi dedicati alla formazione e alle azioni di informazione, al fine di migliorarne l’applicabilità e l’efficacia.
I criteri saranno approvati con deliberazione della Giunta Regionale e successivamente pubblicati nel Bollettino ufficiale della Regione del Veneto.
Per conoscere i criteri già approvati è possibile consultare l’apposita pagina del portale regionale.
Dietro le quinte della valutazione della PAC: cenni storici e prospettive
Un’analisi retrospettiva utile per evidenziare le lezioni dell’esperienza e migliorare la programmazione 2023-2027 della Politica Agricola Comune (PAC).
A poco più di un anno dalla definizione del Piano Strategico Nazionale della PAC (PSP) 2023-2027, il sesto ciclo di programmazione comunitaria è, ormai, entrato nel vivo con la pubblicazione dei primi bandi degli interventi dei Complementi regionali di Sviluppo Rurale (CSR). Di pari passo, è stato recentemente approvato (febbraio 2024) il Piano di Valutazione (PdV) del PSP e alcune amministrazioni hanno avviato i processi per l’affidamento dei servizi di valutazione.
Un ciclo di programmazione che si contraddistingue per alcune variabili di rottura (tra le più rilevanti, il new delivery model, un unico PSP per i due Pilastri della PAC e una maggiore attenzione alle performance piuttosto che alla compliance) che comportano novità dirompenti, soprattutto, per ciò che attiene le responsabilità e le scelte di valutazione sulla strategia nazionale della PAC 2023-2027 (Bolli et al., 2021).
Prima fra tutte, la “deresponsabilizzazione” dagli obblighi comunitari di valutazione per il livello regionale, che è conseguenza della “centralizzazione” delle responsabilità regolamentari a livello nazionale. Questo, in pratica, lascia carta bianca alle Autorità di Gestione (AdGR) dei CSR sulle scelte in materia di valutazione, perché, formalmente, il MASAF, nella sua qualità di Autorità di Gestione Nazionale (AdGN) del PSP, è responsabile per la conduzione di tutte le attività di valutazione previste dai dettati regolamentari. D’altro canto, è vero che “le attività di valutazione dovranno garantire un’adeguata evidenza degli aspetti territoriali e dei risultati dell’attuazione a livello regionale e locale” (PdV del PSP nazionale; Reg. UE 2021/2115). È evidente, pertanto, che la citata deresponsabilizzazione, di fatto, non riduce le competenze delle AdGR in materia di valutazione. Esse permangono e, semmai, si ampliano in relazione alla maggiore discrezionalità acquisita, in considerazione dell’assetto programmatorio italiano, per cui la quasi totalità degli interventi di sviluppo rurale saranno attuati sotto la titolarità delle AdGR.
È principalmente a questo livello, quindi, che persiste l’opportunità di condurre valutazioni utili ad apprendere sulla politica e i suoi effetti, oltre che strumentali rispetto al miglioramento del disegno, della programmazione e dell’implementazione degli interventi della PAC, anche in vista del periodo di programmazione post 2027 (PdV del PSP nazionale). Un’opportunità che le AdGR intendono cogliere, nella misura in cui, come emerge dal dibattito nazionale promosso dalla Rete Rurale Nazionale negli ultimi due anni, la detta “deresponsabilizzazione” formale possa rappresentare un’occasione importante per definire valutazioni più su misura rispetto alle esigenze degli stakeholder dei diversi ambiti di applicazione territoriale degli interventi.
In questo scenario, la lettura retrospettiva recentemente proposta da Buscemi e Cristiano (2023) sugli ultimi 30 anni di valutazione dei Programmi dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), dal ciclo di programmazione 1989-1993 fino a quello attuale 2023-2027, fornisce interessanti spunti per la riflessione sul vissuto e sulle prospettive della valutazione della PAC, in particolare su: come siano cambiati, a seguito delle disposizioni regolamentari dei diversi periodi di programmazione, l’attenzione, l’interesse, l’utilità e gli usi della valutazione per la definizione e l’attuazione della PAC.
LA VALUTAZIONE DEI PROGRAMMI COMUNITARI NEGLI ULTIMI 30 ANNI
La valutazione dei programmi comunitari è stata introdotta nei primi due cicli di programmazione (1989-1993 e 1994-1999) come una mera funzione sperimentale, anche perché, di fatto, era la prima volta che tale attività veniva introdotta come obbligatoria nell’ambito della gestione delle politiche pubbliche in Europa.
È a partire dal periodo successivo della programmazione comunitaria (2000-2006) che, soprattutto per le politiche di sviluppo rurale, inizia un percorso di progressiva strutturazione di un sistema comune di monitoraggio e valutazione dei programmi che favorirà la crescita culturale e la consapevolezza dell’utilità della valutazione, anche a livello subregionale (si pensi ad esempio all’importante attività di autovalutazione condotta dai Gruppi di Azione Locale – GAL nel ciclo 2014-2022).